Master of Arts in

Designing Digital Cultures

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Durata del corso

2 anni accademici

Inizio

Aprile 2024

Lingua

Inglese

Dove

Milano

Il Master in Designing Digital Culture ha una durata di due anni accademici e si propone di esplorare le tecnologie digitali e gli spazi (sia fisici che digitali) che da esse possono essere plasmati. Il corso permette agli studenti di sviluppare soluzioni di design in vista delle sfide che riguardano il digitale, a sua volta immerso nell’ambiente reale. All’interno del programma gli studenti sono incoraggiati ad andare oltre i propri limiti all’interno delle pratiche di progettazione digitale e diventare digital designer di domani.

Caratteristiche

Il Master in Designing Digital Culture mira ad approfondire diverse metodologie di digital design, incoraggiando l’analisi critica e lo sviluppo di approcci unici.

Il percorso è organizzato in quattro moduli principali, che si concentrano sulle tecnologie immersive, sulla creazione di universi digitali, sull’intelligenza artificiale e sul creative coding, nonché sulla riflessione critica applicata a questi ambiti. Questi moduli esplorano la realtà aumentata, virtuale e mista, i motori di gioco e le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale.

L’obiettivo del corso è fornire agli studenti una comprensione completa del settore, consentendo loro di sviluppare approcci di progettazione personalizzati e innovativi all’interno del digital design.

Il Master intende:

  • sostenere gli studenti nella re-invenzione della conoscenza, della ricerca e della pratica contemporanea del digital design;
  • incoraggiare gli studenti a sviluppare un approccio critico e riflessivo al digital design;
  • introdurre gli studenti alla sperimentazione e alla ricerca basata sul design, mettendo in relazione la teoria e la pratica del digital design;
  • incoraggiare gli studenti a esplorare i contesti culturali più ampi della disciplina e a sperimentare liberamente i confini della pratica del digital design;
  • migliorare la comprensione delle implicazioni etiche, sociali e ambientali della pratica del digital design, incoraggiando gli studenti a sviluppare approcci responsabili e sostenibili al proprio lavoro;
  • fornire agli studenti un ambiente sociale e lavorativo unico e stimolante, che li aiuti a sviluppare e dimostrare competenze di ricerca, tecniche e di design, consentendo loro di migliorare le proprie abilità professionali e accademiche;
  • favorire indipendenza, iniziativa, assunzione di responsabilità per raggiungere risultati personali o di gruppo.

Gli studenti devono essere in possesso di una laurea o diploma accademico di primi livello o superiore in un campo delle arti, del design o di altre discipline creative da un qualsiasi programma riconosciuto al livello ISCED 6.  Laureati in discipline scientifiche, scienze sociali e umanistiche possono essere selezionati per il Master, così come candidati che abbiano precedentemente acquisito significativa esperienza professionale nel campo. SPD considera anche altre esperienze significative e/o la partecipazione a Corsi Preparatori SPD.

Inoltre, gli studenti devono essere in possesso di  un punteggio IELTS pari a 6.0, senza alcun componente inferiore a 5.5.

La selezione si basa sui seguenti criteri:

  • curriculum vitae
  • lettera di motivazione
  • portfolio
  • colloquio online

Il Master in Designing Digital Cultures è organizzato in collaborazione con le principali aziende del settore. I certificati e i crediti accademici sono assegnati secondo il sistema ECTS.

Questo modulo offre allo studente l’opportunità di svolgere uno stage di formazione professionale presso istituzioni e aziende esterne, uno stage di ricerca interno o un periodo di studio all’estero.

Il progetto di tesi (Major Project) mira a consentire agli studenti di sviluppare il proprio progetto di design, tenendo conto di quanto appreso durante il corso. Si propone anche di incoraggiare gli studenti a dimostrare un alto livello di competenza professionale e di avere una profonda comprensione del contesto sociale e filosofico in cui stanno operando.

Si prevede che gli studenti dimostrino il potenziale imprenditoriale delle loro idee e comprendano le future possibilità e contesti in cui tali idee esisteranno. Gli studenti riflettono criticamente sul proprio apprendimento e si preparano per uno sviluppo professionale continuativo.

Ippolito Pestellini Laparelli
Ippolito Pestellini Laparelli è un architetto e curatore il cui lavoro abbraccia tecnologia, politica, design e pratiche ambientali. In passato, è stato architetto e partner presso OMA, fondando successivamente l’agenzia interdisciplinare 2050+ a Milano con l’obiettivo di utilizzare lo spazio non come fine, ma come mezzo. Tra i suoi progetti più recenti, troviamo Synthetic Cultures alla X Biennale di Architettura di Rotterdam, il cortometraggio in due parti Riders Not Heroes, le mostre Aquaria al MAAT a Lisbona e Penumbra a Venezia, oltre alla progettazione dello spazio per la collezione Fredriksen al Museo Nazionale di Norvegia a Oslo. Ha anche curato il Padiglione Russo alla XVII Biennale di Architettura di Venezia e ha co-curato la collezione Voices. Verso altre Istituzioni (Lenz, 2021). Nel 2018, ha co-curato la 12a edizione di Manifesta, The Planetary Garden. Coltivare la convivenza a Palermo, e ha contribuito alla co-curazione di Palermo Atlas, un’indagine preparatoria sulla capitale siciliana (Humboldt books, 2018). Ippolito insegna “Data Matter” presso il Royal College of Arts di Londra, uno studio di ricerca e design che esplora la complessa relazione tra dati e il mondo materiale. Il suo lavoro è stato pubblicato a livello internazionale, in diverse istituzioni, festival ed esposizioni. Inoltre, è stato presidente della giuria della XVIII Biennale di Architettura di Venezia.

Kamil Dalkir
Kamil Dalkir (PhD in Architettura, Royal College of Art, Londra, 2023) è un ricercatore, architetto e curatore. Nella sua tesi di dottorato, Kamil Dalkir si focalizza sullo studio delle leggi e dell’architettura legate alle migrazioni forzate. In particolare, esplora come la governance umanitaria sia influenzata dalla dimensione finanziaria e dalla sua capacità di sfruttamento. Nella sua attività professionale, si concentra sulla creazione di modelli, l’uso di video in movimento e l’adozione di tecniche di narrazione come mezzi per documentare e dimostrare concetti e idee. Attualmente ricopre un ruolo di ricercare senior all’interno dello studio di 2050+. In precedenza ha lavorato in numerose mostre e installazioni (tra cui la Triennale di Architettura di Sharjah del 2019 come parte del team curatoriale) e in studi di design internazionali come Balmond Studio e Studio Fuksas.

Erica Petrillo
Erica Petrillo è una ricercatrice e curatrice con una formazione in filosofia politica e scienze sociali. Attualmente si trova a Milano, dove collabora con l’agenzia interdisciplinare 2050+. Ha curato programmi pubblici ed esposizioni per diverse istituzioni culturali, sia in Italia che all’estero. Tra questi, la serie di incontri mensili R&D Salons presso il MoMA di New York; Broken Nature, la 22a Triennale di Milano; Environmentalism Without Politics is Gardening presso l’ADI Design Museum di Milano; e, in collaborazione con 2050+, Open, il Padiglione Russo alla 17a Biennale di Architettura di Venezia e Synthetic Cultures per la 10a Biennale Internazionale di Architettura di Rotterdam. Dopo aver completato i suoi studi presso l’Università di Cambridge e l’Università di Maastricht, Erica ha lavorato per due anni con le ONG (tra cui Amnesty International) concentrandosi su questioni legate alla migrazione.

2050+
2050+ è un’agenzia interdisciplinare con sede a Milano che si distingue per il suo impegno nell’esplorare le intersezioni tra tecnologia, pratiche ambientali, politica e design. Fin dalla sua fondazione, ha realizzato diversi progetti che abbracciano pratiche curatoriali e di ricerca, progettazione di mostre e architettura. Tra questi, emergono la curatela di Open, il Padiglione della Federazione Russa alla 17a Biennale di Architettura di Venezia, e Synthetic Cultures, un progetto basato sulla ricerca presentato alla X Biennale di Architettura di Rotterdam.
2050+ collabora regolarmente con brand di moda come Slam Jam, Sunnei, Nike e Bulgari per installazioni temporanee, film, programmi pubblici e iniziative editoriali. L’agenzia è anche impegnata nello sviluppo di progetti di ricerca indipendenti, come il cortometraggio Riders Not Heroes e Riders Not Heroes: Anatomia di una consegna, presentato al CCA di Montreal nel 2022.
Inoltre, ha pubblicato su numerose piattaforme, tra cui Flash Art, e-flux Architecture, Terraforma Journal, Volume e Unbore, affrontando spesso la relazione tra dati e mondo materiale – un filone di ricerca che 2050+ esplora nel contesto di ADS8 – Data Matter, uno studio di design presso il Royal College of Art di Londra. I testi redatti da 2050+ sono apparsi di recente su Cover on I, Like Many Things (Yale School of Architecture, 2023), Automated Landscapes (Nieuwe Instituut, 2023), The Last Grand Tour (Park Books, 2023) e vari cataloghi di mostre.