Panevino

pane e vino project

Il pane e il vino. Niente di più. Cose semplici, attorno alle quali si è costruita una cultura tanto radicata quanto intelligente e sofisticata. Che però non può uscire dai canoni dell’autenticità delle abitudini quotidiane e del piacere della condivisione.

Non c’è niente di più sfidante per un designer che lavorare sul progetto di strumenti semplici e d’uso comune, i cui precursori nascono dall’intelligenza di un uso millenario. Questa mostra è quasi un gioco, un’ipotesi contemporanea nata per narrare una storia che conosciamo tutti molto bene.

Aroma sketch project

Aroma project

A la ronde project

A la ronde project

A la ronde project

Dono project

Dono project

iksir sketch project

Iksir project

Iksir project

Ricordo di Milano sketch project

Ricordo di Milano project

Aroma project

Aroma project

Wa sketch project

Wa project

Wa project

Ode sketch project

Ode sketch project

Ode project

Pretiola sketch project

Pretiola project

Matarel sketch project

Matarel project

Matarel sketch project

Message in a bubble sketch project

Message in a bubble project

Un futuro chissà quanto lontano promette una mancanza irrisolvibile di cibo “vero”. Nutriti di pillole di amminoacidi essenziali, vitamine e sali, gli uomini si consoleranno annusando l’odore del pane e del vino. La memoria sarà malinconica, il giusto contrappasso alla leggerezza che porta gli umani a dare fondo alle risorse del pianeta.

Forse un giorno cercheranno altri pianeti su cui vivere, portando delle capsule con le essenze del vino e del pane da indossare o da tenere a portata di mano.

Progetto di Dima Chaker (France), Karl Yazigi (Lebanon), Giuseppe Sammartino (Italy)

Bere insieme, condividendo un unico calice, è un rito dal significato antico e profondo. È il modo in cui da millenni si sanciscono accordi, alleanze e matrimoni. Fino a non molto tempo fa le famiglie valdostane usavano celebrare unioni, amicizie e nascite bevendo a turno da un unico calice, la grolla.

In questa interpretazione contemporanea, alla funzione conviviale si unisce la funzione di ossigenare i vini importanti prima di berli, per apprezzarne al meglio il gusto e i profumi.

Progetto di Lucio Nicolas Bosch (Argentina), Muriel Kai (Lebanon), Heejoo Park (Korea)

I cantucci sono un dolce tipico toscano dalle origini antiche. Il biscotto secco con mandorle, da inzuppare nel vino dolce, era già conosciuto dai soldati romani. Nel medioevo addirittura il Vin Santo acquisì un’aura miracolosa, perché a qualcuno sembrò che contribuisse a curare la peste.

Dono rivisita il gesto rituale di intingere il biscotto nel vino dolce, per trasformarlo in un momento collettivo. Un unico contenitore per i biscotti e per il vino, che prende la forma di due mani che offrono e condividono nutrimento, guarigione e dolcezza.

Progetto di Tanmay Devsare (India), Nithin Jacob Eapen (India), Refik Tuna Loyan (Turkey)

Non sono solo gli italiani a mangiare pane e olio. È un’abitudine diffusa in tutti i paesi mediterranei. La degustazione dell’olio viene spesso accompagnata da un pezzo di pane che ne mitiga l’untuosità e ne esalta gli aromi.

Pochi cibi sono tanto semplici e tanto buoni. Il termine Iksir significa elisir: è una pipetta di vetro che si riempie per immersione e, una volta chiuso con il dito il foro nella parte superiore, aiuta a distribuire l’olio sul pane.

Progetto di Silvia Gabriela Guerra Escalante (El Salvador), Charis Kaimaklioti (Cyprus), Mohamed Ismail (Egypt), Alessandro Pazzi (Italy)

La michetta è un simbolo della Milanesità a tavola come il risotto, la cotoletta e il panettone. Ma è un pane difficile e dalla vita breve e forse per questo, mentre altri pani si sono impadroniti delle tavole, è diventato un simbolo vintage.

Ricordo di Milano gioca con la memoria della città, la racchiude in uno scrigno che si apre come un fiore ed eleva la michetta al rango di un souvenir, da regalare o assaporare in un momento dal gusto unico di passato e presente.

Progetto di Luca Madonini (Italy), Hiromi Sugihara (Japan), Nithin Jacob Eapen (India), Waqas Zahoor (UK)

L’aroma del pane è inciso profondamente nella memoria degli essere umani nati in queste parti di mondo. È il ricordo di un appetito appagato, di una certezza di condivisione, di un rito simile a se stesso da tempo immemorabile.

Aroma è un contenitore per il pane, pensato per poter conservare e gustare il profumo del pane prima di assaggiarlo, oltre che a proteggerlo dall’azione dell’aria.

Progetto di Marilyne Luyten (Belgium), Finbarr Ojabo (Nigeria), Eleonora Rossi (Italy)

In questi anni la cultura del cibo ha subito un’accelerazione verso valori globalizzanti. Mangiamo cibo di diverse culture e beviamo vino di paesi che ne producono da non più di trent’anni.

WA è un table set per due persone in cui un materiale e una forma sono declinati in diverse funzioni per diverse cucine. La parola giapponese WA, traducibile come “armonia”, indica il benessere della collettività e del mondo, da anteporre agli interessi locali o personali. L’ideogramma WA significa anche cerchio, la forma che connota tutto il progetto.

Progetto di Luca Madonini (Italy), Maya Matloub (Lebanon), Hiromi Sugihara (Japan)

Nelle case giapponesi d’estate risuonano le campane del vento, piccoli oggetti sonori che la brezza muove annunciando un momento di tregua dal calore estivo. Da questa suggestione nasce Ode, una collezione di due calici che riprendono le più classiche forme del bere vino.

Il batacchio sotto il calice tintinna quando si beve o quando si scuote il bicchiere, creando brindisi a distanza e nuove melodie che sottolineano l’allegria dei momenti passati a bere vino insieme. Oppure “suonando” intenzionalmente una musica che lancia messaggi e segnali.

Progetto di Giuseppe Galetta (Italy), Maitri Nirmal Kumar Chandria (India), Shunya Sugawara (Japan)

Il bretzel è un pane aromatico tipico del nord Europa. La sua forma ricorda i “nodi” delle tradizioni scandinave e celtiche, disegni ornamentali e rituali che servono a visualizzare lo scorrere delle energie universali. I bretzel usciti dal forno del panettiere, vengono appesi a una gruccia di legno in attesa di essere venduti per preservarne forma e fragranza.

Il progetto è un piccolo ornamento per il tavolo del pranzo e della colazione e rivisita questa tradizione trasferendola in ambiente domestico.

Progetto di Tony Conroy (UK), Samik Dana (India), Waqas Zahoor (UK)

C’è un’immagine molto forte nella cultura italiana ed è legata alla preparazione del cibo. È quella di un cuoco o di una cuoca che stendono la pasta. Pasta per il pane, per la pasta, per le focacce, per la pizza.

Lo strumento principe, nell’immaginario di tanti, è il matterello. Scettro di chi conserva il segreto del lavorare la pasta a mano. Simbolo indiscusso di una manualità che non si perderà mai. Qui il matterello non è più di umile legno ma trasparente, solido, forte nonostante la delicatezza apparente del materiale.

Un po’ come tutta la cultura conviviale italiana, di tanto in tanto minacciata da inutili sofisticazioni, ma sempre simile e fedele a se stessa.

Progetto di Matteo Ragni, Project Leader Bread & Wine Design Lab

Il dono sospeso di un bicchiere di vino. Un messaggio di generosità, condivisione e invito al piacere, lanciato in mare perché raggiunga qualcuno che sappia apprezzare. Un oggetto poetico, che reclama di essere utilizzato perché si possa compiere quella speranza che sempre accompagna un messaggio nella bottiglia.

In un’epoca di comunicazione esasperata e rapidissima, un messaggio lasciato al caso e al destino, per ricordarsi che non tutto può essere programmato. E non a tutto c’è un perché. Il design è al servizio anche di funzioni emozionali.

Progetto di Antonio De Marco, Project Leader Bread & Wine Design Lab