Buono e giusto

Buono e giusto ti

Il panino è un’icona della cultura italiana nel mondo ma è soprattutto un cibo “progettato” a regola d’arte.

I designer della Scuola Politecnica di Design di Milano guidati da Matteo Ragni e Antonio De Marco hanno raccolto la sfida di Panino Giusto e dell’Accademia del Panino Italiano: progettare l’esperienza ricca e complessa che si sviluppa intorno al panino italiano, dal rito della sua preparazione al servizio, fino alla degustazione.

Buono e giusto logo

Foodprint sketch

Foodprint project

Eat pray love sketch

eat pray love project

Master of masters sketch

Master of masters project

Cocoon sketch

Cocoon project

Right balance sketch

Right balance project

Ochiello sketch

Occhiello Project

In between sketch

In between project

The scent sketch

The scent project

Caratteristiche

Il workshop Buono e giusto ha coinvolto 26 studenti internazionali del Master in Industrial Design e ha dato forma a otto progetti che sintetizzano la creatività e i valori del territorio italiano. La mostra racconta attraverso oggetti evocativi l’unicità del panino italiano nel mondo: un’esperienza inconfondibile, da assaporare e ricordare.

Tre i materiali utilizzati per dare forma ai prodotti: legno, vetro e ceramica, scelti nel rispetto della freschezza e genuinità degli ingredienti e avendo a cura la sostenibilità dei progetti.

Gli studenti colgono il mito e il rito del panino italiano da una prospettiva nuova e internazionale. Alternando la lente dell’ironia, il potere della memoria e l’oggettività della funzione, il lavoro racconta una creazione artigianale che si è affermata come icona gastronomica e aspira a diventare proprio grazie al design uno dei simboli dello stile di vita italiano.

L’impronta del pane impressa nella ceramica invita a osservare le differenze e ricorda che ogni creazione artigianale è unica e irripetibile.

Foodprints è una collezione poetica e funzionale: la ceramica contiene e abbraccia il panino, esaltandone le texture e i cromatismi mentre il legno ricorda insieme un tagliere e un vassoio insieme. Come tante eccellenze del gusto, ora anche il panino italiano ha il suo piatto di servizio dedicato.

Progetto di Alison Wallace, Maxim Monsecour, Omar Qubain

Celebrare il rito del panino italiano è la funzione di questo ironico inginocchiatoio. Un oggetto che santifica il piacere del cibo e ricorda la sacralità della degustazione.

Eat, Pray, Love è un rito che trasforma un’esperienza ordinaria in un momento introspettivo oltre che degustativo. Si abbandonano borse e telefoni per inginocchiarsi di fronte al piatto e godere del panino, concentrati sul momento e sulla perfetta alchimia dei sapori.

Progetto di Maria Fernanda Cuba Camayo, Francesco Ingino, Andrea Panzera

Un maestro del design e dell’arte combinatoria che amava trasformare gli oggetti quotidiani in progetti che resistono al tempo. Achille Castiglioni è la bussola e l’ispirazione di questa piccola installazione che evoca la delicatezza delle cose naturali insieme all’arte del gioco e alla sapienza artigianale.

Un omaggio che ci parla di una ricetta universale, valida anche per le creazioni del gusto: unire gli ingredienti, dare vita a un rituale, creare a composizioni in costante evoluzione come la natura, simboleggiata dalla pianta d’ulivo che si arrampica lungo la struttura.

Progetto di Diego Barba, Tung Yu Wang, Oluwatomiloba Oyedeji

L’esperienza del pasto si esprime sia nel convivio sia in una sfera più intima e privata. Cocoon è una piccola architettura portatile che trasforma l’ambiente.

Quando è aperto, aiuta a condividere il momento con i commensali, aumentando il comfort e la socialità; una volta richiuso, offre una bolla privata che permette di isolarsi, proteggersi dagli sguardi e mangiare senza fretta e imbarazzo.

Progetto di Laia Aviñoa, Ali Beydoun, Hussein Beydoun, Victor Tatoiu

Uno strumento che gioca a ricreare il valore fondamentale alla base del panino italiano: l’equilibrio tra gli ingredienti. Il panino “buono e giusto” nasce dalla combinazione attenta di artigianalità, creatività e tradizione.

La bilancia invita quindi a trovare la composizione corretta di maestria, territorio e creatività. Come nel panino perfetto, perché la scultura sia in bolla è ammesso solo ciò che è essenziale e niente di superfluo.

Progetto di Volkan Dogan, Tina Saghbini, Fadi Yachoui

Riflessione, osservazione, scoperta. Il progetto restituisce un punto di vista inedito sull’atto del mangiare: il proprio. Una serie di specchi è posta intorno a una mensa, un semplice piatto sospeso al centro dell’installazione che è destinato a ospitare il panino.

Gli specchi riflettono l’immagine della persona mentre mangia e le permettono di leggere alcune parole chiave nascoste che diffondono la conoscenza dei valori racchiusi in ogni panino.

Progetto di Sofia Perazzolo, George Saghbini, Patricia Amat Pons

Il panino nasce da una complessa sovrapposizione di strati: i diversi ingredienti sprigionano i sapori del territorio e rivelano la maestria della composizione mentre il pane è il legante che dà struttura e stabilità.

Questa lampada scultura nasce da un simile processo di stratificazione e trova il suo significato nei valori del panino italiano, esaltati dai giochi di luce della struttura.

Progetto di Ksenia Akselrod, Marie Rose Ghanem, Nasser Harb, Cem Giorgio Ucan

Espandere l’esperienza del gusto su un piano sensoriale differente. Quattro essenze alimentari celate dentro preziose ampolle possono ricreare la meraviglia invisibile racchiusa in un panino.

I contenitori ricordano gli strumenti di un alchimista e non influenzano la percezione del contenuto, l’aroma all’interno.

Progetto di Ralph Metni, Albina Omarova, Federica Saccone